Il fascino della storia e la sua enigmatica lezione consistono nel fatto che da un'epoca all'altra nulla cambia eppure tutto è completamente diverso. Nei personaggi di un altro tempo e di un'altra cultura noi riconosciamo fin troppo bene la nostra umanità, eppure ci rendiamo conto che da allora il quadro di riferimento della nostra esistenza si è trasformato in modo del tutto irriconoscibile; che certe proposizioni che allora sembravano assiomatiche, oggi sono insostenibili e che quelli che noi consideriamo postulati assolutamente ovvi, in passato non avrebbero trovato accoglienza nemmeno nelle più audaci menti speculative. Ma per quanto grandi, per quanto importanti nel pensiero e nella tecnologia, nell'organizzazione sociale e nel comportamento, le differenze tra ieri e oggi sono sempre periferiche. Al centro rimane una fondamentale identità. In quanto esistono come congiunzione di mente e corpo, e sono soggetti al decadimento fisico e alla morte, capaci di dolore e di piacere, guidati dal desiderio e dalla ripugnanza, e oscillanti fra l'anelito di autoaffermazione e dall'anelito di trascendenza di sé, gli esseri umani affrontato in ogni tempo e luogo gli stessi problemi, si misurano con le stesse tentazioni, ed è nell'Ordine delle Cose che si trovino dinanzi alla stessa scelta fra la non-rigenerazione e l'illuminazione. Il contesto cambia ma la sostanza e il significato sono immutabili.
Quello qui sopra ed i seguenti sono dei frammenti vari che ho trovato meravigliosi da un'indagine profonda, travestita da romanzo a tinte fosche, disturbante e disumana, sul genere umano.
Un libro assolutamente illuminate, assolutamente imperdibile, sempre contemporaneo:
"I Diavoli di Loudun" di Aldous Huxley, anno 1952.
Un grand'uomo deve essere trattato da chi lo serve come un incrocio fra un dio, un bambino capriccioso e una bestia selvaggia. Il dio dev'essere adorato, il bambino divertito e circuito e la bestia selvaggia placata e, se sveglia, evitata. Il cortigiano che per sua sventura ha la cattiva idea di infastidire questa perversa trinità di sovrumana presunzione, subumana ferocia e bambinesca frivolezza, sta semplicemente andando in cerca di guai..
"Dio è qui e Cristo è ora" .. e per la sua anima non poteva essere altrove e in nessun altro momento. Tutto quel suo armare la volontà contro i nemici, quel suo sfidare l'ingiustizia del destino, quei propositi di essere eroico e indomabile.. che vanità pensando che Dio era sempre presente, che totale insensatezza!..
Credeva che il Diavolo, debitamente costretto, è obbligato a dire il vero..
La possessione è più spesso terrena che soprannaturale. Gli uomini sono posseduti dal pensiero di una persona, di una classe, di una razza o una nazione odiata. Oggigiorno il destino del mondo è nelle mani di indemoniati volontari: uomini che sono posseduti e praticano il male che hanno deciso di vedere negli altri. Essi non credono nei diavoli; ma hanno fatto di tutto per essere posseduti: hanno tentato e ci sono riusciti magnificamente.E siccome credono in Dio ancor meno di quanto credano nel Diavolo, sembra molto improbabile che saranno mai in grado di guarire dalla loro possessione..
Guardò le basse colline all'orizzonte, con i loro boschi autunnali color ruggine sotto il cielo pallido, in una luce quasi d'argento. Non c'era vento, e il silenzio era come uno sconfinato cristallo, e ovunque era un mistero vivente di colori che si confondevano, di forme distinte e separate, dell'innumerevole e dell'uno, dello scorrere del tempo e dell'eternità presente..
Lo squilibrio, concludono, produce la bile nera, l'oscurità offusca gli spiriti, gli spiriti oscurati causano la paura e il dolore. (..) detti vapori neri offendano specialmente il diaframma e così, di conseguenza, la mente, ch'è oscurata come il Sole da una nube. (..) come i bambini sono spaventati dal buio, così lo sono i melanconici ogni ora, avendone l'intima causa in sé stessi, ed essendone sempre accompagnati. I quali vapori neri, se procedano dal sangue nero che circonda il cuore (..) o dallo stomaco, dalla milza, dal diaframma, o da tutte insieme le parti affette, non importa; essi costringono la mente in una perpetua prigione, e l'opprimono con ininterrotte paure, ansie, patimenti, ecc. Il quadro fisiologico è quello di una specie di fumo o nebbia che, salendo dal sangue impuro o dai visceri malati, o oscura direttamente il cervello e la mente, oppure in qualche modo intasa i canali (poiché i nervi erano ritenuti dei condotti cavi) lungo i quali dovrebbero scorrere gli spiriti naturali, vitali e animali. Leggendo la letteratura scientifica dell'età moderna si resta colpiti dalla strana mescolanza fra le teorie sovrannaturali più temerarie e un materialismo estremamente ingenuo..
Il fioco continuò ad ardere, i buoni padri continuarono a spargere acqua e a intonare esorcismi. Improvvisamente uno stormo di piccioni calò dal tetto della chiesa e prese a volare in circolo intorno alla colonna crepitante di fuoco e di fumo, bruciacchiandosi le penne sulle fiamme. Entrambe le fazioni gridarono al miracolo. Per i nemici del parroco, ovviamente, gli uccelli erano una squadra di demoni venuti a prendersi la sua anima. Per i suoi amici, erano emblemi dello Spirito Santo e prova vivente della sua innocenza. Sembra che a nessuno sia passato per la testa che fossero semplicemente dei piccioni che obbediscono alle leggi della natura; una natura, fortunatamente per loro, diversa da quella umana.
Quando il fuoco si estinse del tutto, il carnefice sparse quattro palate di cenere in direzione dei quattro punti cardinali. Allora irruppe la folla. Scottandosi le dita uomini e donne si misero a frugare nella polvere calda e soffice alla ricerca di un dente, un frammento di cranio o di bacino, un qualunque pezzo carbonizzato che avesse la macchia scura della carne bruciata. Di certo qualcuno era un semplice cacciatore di souvenir; ma la maggior parte stava cercando una reliquia, un amuleto portafortuna, un talismano d'amore, o contro il mal di testa o la costipazione o l'odio di un nemico. E se il parroco fosse stato colpevole dei delitti che gli erano attribuiti, questi avanzi carbonizzati non sarebbero stati meno efficaci che se fosse stato innocente. Il potere di compiere miracoli risiede non nell'origine della reliquia, ma nella sua reputazione, qualunque essa sia. Nella storia, una percentuale costante di esseri umani recupera la salute o la felicità grazie alle cose anche le più peregrine, che però siano state ben pubblicizzate..
Quell'illusione durò fino all'ultimo? O suor Jeanne riuscì per lo meno a morire non come un'eroina sotto i riflettori ma come se stessa dietro alle quinte? Era assurdo quell'io privato e nascosto, era patetico; ma se soltanto ella avesse riconosciuto la verità, se soltanto avesse smesso di impersonare l'autrice del Castello interiore, tutto sarebbe ancora potuto finire bene. Finché avesse insistito nel fingere di essere qualcun'altro, non c'era via di scampo; ma se umilmente avesse confessato di essere se stessa, forse allora avrebbe potuto scoprire che, in realtà, era sempre stata Qualcun Altro..
Per i totalitaristi del nostro secolo più illuminato, non esistono né anima né Creatore; c'è solamente una massa grezza di materiale fisiologico, plasmata dai riflessi condizionati e dalle pressioni sociali in forma di quello che, per gentile concessione, viene ancora chiamato essere umano. Questo prodotto di un ambiente completamente artificiale non ha alcun significato intrinseco né ha il diritto di autodeterminarsi. Esso esiste per la Società e deve conformarsi alla Volontà Collettiva. In pratica, naturalmente, la Società non è altro che lo Stato nazionale; e in parole povere la Volontà Collettiva è semplicemente la volontà di potenza di un dittatore, talvolta mitigata, talvolta distorta fino alla demenza da una qualche teoria pseudoscientifica che ha la pretesa di determinare ciò che, nel radioso futuro, sarà il bene di un'astrazione attuariale etichettata "Umanità". Gli individui sono definiti come prodotti e strumenti della Società. Dal che discende che i capi politici, i quali pretendono di rappresentare la Società, sono giustificati a commettere qualsiasi atrocità immaginabile contro coloro che essi decidono di chiamare nemici della Società. Lo sterminio fisico tramite fucilazione ( o, più vantaggiosamente, tramite lo sfruttamento fino all'esaustione in un campo di lavoro schiavistico) non basta. E' un dato di fatto facilmente osservabile che gli uomini e le donne non sono pure e semplici creature della Società. Ma la teoria ufficiale afferma che lo sono. Quindi diventa necessario spersonalizzare i "nemici della Società" in modo da trasformare la menzogna ufficiale in una verità. Per chi conosce il trucco, questa dimensione dell'umano al subumano, dell'individuo libero all'automa obbediente, è cosa relativamente semplice. La personalità dell'uomo è assai meno monolitica di quanto fossero portati a credere i teologi in base ai loro dogmi. L'anima non coincide con lo Spirito, ma è semplicemente associata ad esso. Di per sé e fintanto che non decide coscientemente di aprirsi allo Spirito, essa non è altro che un fascio piuttosto allentato di elementi psicologici instabili. Questa entità composita può essere disintegrata molto facilmente da chiunque sia abbastanza crudele da volercisi provare e abbastanza abile da sbrigare il lavoro nella maniera giusta..
Ma è soltanto attraverso il datum della natura che possiamo sperare di ricevere il donum della Grazia. E' soltanto accettando ciò che è dato, così come è dato, che possiamo essere pronti per il Dono. E' solo attraverso i fatti concreti della realtà che possiamo giungere al Fatto primordiale. "Non cercare la verità" è il consiglio di un maestro zen, " soltanto smetti di aver troppo care le opinioni". E pressappoco la stessa cosa dicono i mistici cristiani; con questa differenza, però: ch'essi sono costretti a fare un'eccezione in favore di quelle opinioni note come dogmi, articoli di fede, tradizioni devote e simili. Ma nel migliore dei casi tali cose funzionano da indicatori stradali; e se noi "guardiamo non alla luna ma al dito che la indica, andremo inevitabilmente fuori strada. Bisogna avvicinarsi alla Realtà attraverso i fatti della realtà; non possiamo giungere a conoscerla per mezzo delle parole o delle fantasie ispirate dalle parole. "E venga il Tuo regno"; il regno di Dio non può essere fatto venire sulla terra, non nella nostra immaginazione o nei nostri ragionamenti. E nemmeno verrà sulla terra fintantoché ci ostineremo a vivere sulla terra così come essa è data, ma come essa appare a un Io ossessionato dall'idea della dissociazione, da brame e idiosincrasie, da fantasie compensative e nozioni preconfezionate sulla natura delle cose. Il nostro regno deve passare prima che quello di Dio possa venire. La necessaria mortificazione non deve riguardare la natura, ma la nostra fatale tendenza a sostituire alla natura i parti della nostra immaginazione. Dobbiamo liberarci del nostro catalogo di gusti e disgusti, degli schemi verbali ai quali pretendiamo che la realtà si adegui, delle fantasie in cui ci rifugiamo quando i fatti non corrispondono alle nostre aspettative. Questa è la "santa indifferenza" di San Francesco di Sales; questo è "l'abbandono" di de Caussade, il consapevole far coincidere la nostra volontà, attimo per attimo, con quanto accade nella realtà; questo è il "rifiuto di scegliere" che nel vocabolario zen è segno distintivo della "via perfetta"..
"In principio era il Verbo". Per quanto concerne la storia umana, l'affermazione è perfettamente vera. Il linguaggio è lo strumento del progresso dell'uomo dallo stato animale, e il linguaggio è la causa della deviazione dell'uomo dall'innocenza animale e dalla conformità animale alla natura delle cose verso la pazzia e la ferocia diabolica. Le parole sono a un tempo indispensabili e fatali. Usate come ipotesi di lavoro, le proposizioni intorno al mondo sono strumenti grazie ai quali siamo poco alla volta in grado di comprendere il mondo. Usate come verità assolute, come dogmi da trangugiare, come idoli da adorare, le proposizioni intorno al mondo distorcono la nostra visione della realtà e ci trascinano in ogni specie di comportamento degenerato. "Desiderando allettare il cieco" dice Dai-o Kokushi, "il Buddha si lasciò per gioco sfuggire parole dalla sua bocca d'oro. Il Cielo e la Terra da allora si sono riempiti di rovi intricati". E i rovi non sono stati esclusivamente di manifattura estremo-orientale. Se Cristo non venne "per portare la pace sulla terra , ma la spada", fu perché lui e i suoi seguaci non avevano altra scelta se non di tradurre le loro intuizioni in parole. Come tutte le altre parole, anche le parole cristiane furono talvolta inadeguate, talvolta troppo generiche e sempre imprecise; quindi sempre suscettibili di essere interpretate in molti modi diversi. Trattate come ipotesi di lavoro - come utili schemi di riferimento, entro i quali organizzare e affrontare i dati di fatto dell'esistenza umana - le proposizioni composte di queste parole sono state di inestimabile valore. Trattate come dogmi e idoli, sono state la causa di delitti incommensurabili, quali l'odio teologico, le guerre di religione e l'imperialismo ecclesiastico, insieme a orrori minori..
I moralisti non hanno mai smesso di battere sempre sullo stesso tasto: il dovere di controllare le passioni; e ovviamente hanno tutte le ragioni per farlo. Purtroppo quasi sempre hanno tralasciato di insistere sul non meno essenziale dovere di controllare le parole e i ragionamenti basate su di esse. I delitti passionali vengono commessi soltanto quando il sangue va alla testa, e alla testa il sangue ci va solo occasionalmente. Ma le parole stanno con noi ogni momento, e le parole (in virtù, senza dubbio, dei condizionamenti ricevuti nella prima infanzia) sono cariche di un potere suggestivo così prodigioso da giustificare, in qualche misura, la credenza negli incantesimi e nelle formule magiche. Assai più pericolosi dei delitti passionali sono i delitti dell'idealismo: quelli istigati, fomentati e rivestiti di moralità mediante parole venerate. Tali delitti sono pianificati quando il battito cardiaco è normale commessi a sangue freddo e con inflessibile perseveranza nel corso di anni e anni. In passato le parole che dettavano i crimini dell'idealismo erano prevalentemente di natura religiosa; oggi sono prevalentemente politiche. I dogmi non sono più metafisici, ma positivisti e ideologici. Le uniche cose che rimangono immutabili l'idolatrica superstizione di quanti si ingozzano dei dogmi, e la sistematica follia, la diabolica ferocia con cui essi agiscono in ottemperanza al loro credo.
Trasferita dal laboratorio e dallo studio alla chiesa, al parlamento e alla camera di consiglio, la nozione di ipotesi operativa potrebbe liberare l'umanità dalle sue follie collettive, dalle sue croniche tendenze compulsive all'omicidio su vasta scala e al suicidio di massa. Il problema fondamentale dell'uomo è di tipo ecologico: gli uomini debbono imparare a convivere col cosmo a tutti i suoi livelli, da quello materiale a quello spirituale. Come specie, dobbiamo scoprire in che modo una popolazione immensa e in rapida crescita possa continuare a esistere tollerabilmente su un pianeta di dimensioni ridotte e provvisto di risorse che in gran parte sono beni in esaurimento e non più rinnovabili. Come individui, dobbiamo escogitare il modo di stabilire una relazione soddisfacente con quella Mente infinita dalla quale, in genere, immaginiamo di essere separati. Concentrando la nostra attenzione sul datum e sul donum, svilupperemmo, quasi una sorta di prodotto secondario, dei sistemi soddisfacenti per convivere gli uni con gli altri. "Cercate prima il Regno, e tutto il resto seguirà". E invece ci ostiniamo a cercare prima tutto il resto, perseguendo interessi fin troppo umani, nati ora dalla passione egocentrica e ora dal culto idolatrico del mondo. Il risultato è che i fondamentali problemi ecologici restano insoluti e insolubili. Il fatto di concentrarsi sulla politica di potenza rende impossibile per le società organizzate migliorare le loro relazioni con il pianeta. Il fatto di concentrarsi su sistemi verbali adorati come idoli rende impossibile per gli individui migliorare le loro relazioni con il Fatto primordiale. cercando prima tutto il resto, non soltanto finiamo col perderlo, ma perdiamo altresì il Regno, e con esso la terra, ch'è il solo luogo ove il Regno può venire..
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