Sono sempre felice di leggere libri che hanno qualcosa da
insegnare.
Solitamente questo meglio accade con i
libri per ragazzi, che credo debbano essere letti soprattutto quando si diventa
adulti, per innaffiare il terreno inaridito della fanciullezza, per dare nuovo
smalto alla visone ormai robotica della realà.
Poco tempo fa lessi per la prima volta
"Il Piccolo Principe". Pagine celebrate da moltissimi dentro alle
quali ho trovato una realtà distorta dai significati oscurati da grande
tristezza.
Lo scorso anno lessi "Alice nel paese
delle meraviglie" e un po' di "Attraverso lo specchio". Libri
ultra immaginifici, meravigliosi, ma dai quali non sono riuscita a cogliere
molto.
Ho citato questi tre libri per fare un
paragone con "Il casello magico" di Norton Juster perché tutti
trattano di un viaggio misterioso con lo sfondo di giochi di parole e metafore
costellato di personaggi fantastici . Ma in questo libro gli insegnamenti
sono chiari ed universali. Infatti non è un caso che sia riconosciuto come un
classico della letteratura per ragazzi. Peccato che si senta poco parlare quest'opera
del 1961 (almeno in Italia, dove l’ho acquistata per soli 2 euro in un negozio polveroso
di libri usati) che nel 2012 è stata inserita tra i 100 migliori titoli dallo
School Library Journal.
Le illustrazioni, assolutamente in bianco e nero, irrequiete,
semplicemente efficaci, sono di Jules Feiffer, fumettista, cartoonist e
vignettista statunitense, vincitore del Pulitzer nel 1986 e meglio noto per le
sue strisce politiche e satiriche, poetiche e psicologiche.
Un tesoro, nel tesoro!
I’m always glad to read books that
have something to teach.
Usually that better happened with
children’s books, that I believe people should read when they grownup, to hose
down the dried up childhood field, to glazed the robotic vision of the reality.
Little time ago I red for the first
time “The Little Prince”. Celebrated pages by the most, but inside them I found
a distort reality with the meanings darkned by sadness.
The past year I red “Alice’s
adventures in Wonderland” and few pages of “Through the Looking-Glass, and What
Alice found There”. Ultra-fantastic books, fabulous, but I did not catch so
much from them.
I spoke about those three books for
comparison with “The Phantom Toolbooth” by Norton Juster, because all of them
are books about a mysterious journey with the background of wordplays and metaphors
spangled by imaginary characters. But in
that book teaching is clear and universal. It’s a fact that this book is acknowledged
as a classic for children’s literature. It’s a shame this book is not so well
known (at least in Italy, where I bought it for 2 euros in a second-hand dusty
shop) when in 2012 it was one of the top 100 chapter books of all time poll by
School Library Journal.
Illustrations, rigorously in black
and white, unsettled and simply effective, are by Jules Feiffer, American cartoonist,
well known as a syndicate cartoonist, that won the Pulitzer in 1986.
A treasure inside the treasure!
Una parola mal scelta è la messaggera dello sciocco.
Parla appropriatamente o taci saggiamente.
Il silenzio è d'oro.
Avrei dovuto senz'altro mangiare troppo poco troppo adagio, o di gran lunga troppo adagio, o troppo poco troppo in fretta, o averci impiegato tutto il giorno per non mangiare nulla, o aver mangiato tutto in men che non si dica, o occasionalmente aver mangiato qualcosa tutti i momenti o forse avrei dovuto...
...essere smarriti non significa mai non sapere dove si è;
significa non sapere dove non si è...
-E come sta?
-Non troppo bene, temo.
Sembra che abbia un po' di rumori di fondo
Avrei dovuto saperlo. L'infinito è un luogo estremamente poco socievole;
non vogliono nemmeno favi incontrare due parallele.
e, come avete potuto constatare,
molte cose sono possibili finché non si sa che sono impossibili.