collapsed kingdome
domenica 10 agosto 2014
giovedì 31 ottobre 2013
PiPi: Se mi penso intimamente, mi sento di essere una forma di formaggio coi fori. Non faccio altro che tentare di riempire i miei buchi con disparato shopping e disperati interessi, con decadenza e cioccolato, con fotografie inutili di dettagli architettonici che non mi appartengono, con amori che sono orrori ed amicizie che sono errori, con viaggi curiosi che portano ovunque la mia irremovibilità..
Q: Ma non c'è motivo di crucciarsi per questo: ogni individuo svolge una forsennata attività di farcitura di sé stesso..
Pi: Il punto è che tu sei talmente intelligente da rendertene perfettamente conto, ma quello di cui non ti rendi conto e a cui non pensi mai quando ti pensi sempre, è che tu, prima di essere una forma di formaggio traforata, sei una principessa reale. Nel senso regale e non del termine.
giovedì 17 ottobre 2013
PiPi: Come si torna al tempo in cui i bambini erano davvero felici? Come si torna ai giorni in cui ogni cosa era facile e pulita come uno sfiorasi di di guance tenere e tonde? Come si torna ai momenti in cui era tutto perfettamente chiaro seppur arruffato e vaporoso e si perdeva in boschetti di ali?
Q: Si torna a quel tempo se si decide che il tempo non c'è, se si vive pensando che non sia mai passato né abbia bisogno di tornare perché è qui ed ora..
Pi: Si torna a quel tempo se ci si tira via tutti quei bastoni che abbiamo nel culo e ci si guarda negli occhi e si parla col cuore. Se smettiamo di darci un tono, perché parole ben allineate non sono concetti che arrivano all'interlocutore come valori aggiunti al suo esistere, ma piuttosto come la proposta di qualcosa in vendita che si dovrà sforzare di desiderare quando non ne aveva alcun bisogno; e che poi nella realtà dei fatti non potrà comprare perché non volevamo vendergliela davvero quella cosa che, appunto, non abbiamo. Si tornerebbe a quella volta se ci decidessimo di essere veri e ci togliessimo i vestiti, badando bene però di aver già levato l'armatura, prima di toccare qualcuno..
K: Si torna a quel tempo solo se si smette di avere paura, solo se i bambini si prendono per mano e smettono di essere diffidenti tra di loro. Ma non torneremo a quel tempo bambina mia..
Q: No, non lo faremo, perché è un tempo che nessuno vuole più per quanto ci si sforzi in sospiri per riaverlo. Quello che ci interessa davvero è continuare a lamentarci mentre ci avvitiamo e riavvitiamo nelle nostre negatività individuali: è più facile fare così, che condividere le poche briciole di cose buone che ci sono rimaste dentro da quella volta.
Forse mi dovrei scusare se per quel primo bacio non avevo pensato a un invito a sedersi in una panchina situata nell'angolo ombroso di qualche giardino, o almeno a lanciare a terra i petali di rosa che non avevo in tasca; non avevo neanche portato, per quel primo bacio, una lanterna volate da accendere e spingere via, in alto.
Forse mi dovrei scusare se per quel primo bacio avevo solo pensato alla sua bocca e al suo odore rassicurante e antico di sapone.
May I should apologize if for that first kiss I did not think to an invitation to sit in a bench placed on a shady place of some garden, or, at least to throw on the ground roses petals i did not have inside my poket; neither I did not bring, for that first kiss, a flying lantern to switch on and push it up, away.
May I should apologize if for that first kiss I thought just to his mouth, just to his scent of soap, reassuring and ancient.
giovedì 8 agosto 2013
Mi capita spesso per motivi di lavoro di recarmi in Abruzzo, in particolare nella zona di Nereto dove nel paesino di Corropoli ho trovato questo ristorante, la Locanda della tradizione abruzzese. Assolutamente da non perdere se si capita da quelle parti. Il menù è molto ricco, le porzioni enormi, i prezzi modici. L'atmosfera è deliziosa (è il tipico ristorante "da matrimonio") a tratti un po' caricata ma decisamente piacevole. Non credo sia un posto adatto a chi ama i pasti leggeri, nel menù si precisa che i tutti (o quasi) i piatti contengono formaggio, ma per chi vuole cimentarsi con la robusta tradizione culinaria di questa regione la Locanda è imperdibile.
I often go for work in Abruzzo, specially in the Nereto area and in the town of Corropoli I found that restaurant, La locanda della tradizione abruzzese. You can't miss it if you go in that area. Menu is rich, portions are huge, and prices not that big. The atmosphere is deliciuos (it's the typical resturant "for the wedding party"), maybe sometimes too strong, but at least pleasant. I don't belive it's a place for who loves light dishes, in the menu infact is written that almost all the plates contain cheese, but for who wants to taste the brawny cook traditions of this region la Locanda is unmissable.
lunedì 5 agosto 2013
Sono sempre felice di leggere libri che hanno qualcosa da
insegnare.
Solitamente questo meglio accade con i
libri per ragazzi, che credo debbano essere letti soprattutto quando si diventa
adulti, per innaffiare il terreno inaridito della fanciullezza, per dare nuovo
smalto alla visone ormai robotica della realà.
Poco tempo fa lessi per la prima volta
"Il Piccolo Principe". Pagine celebrate da moltissimi dentro alle
quali ho trovato una realtà distorta dai significati oscurati da grande
tristezza.
Lo scorso anno lessi "Alice nel paese
delle meraviglie" e un po' di "Attraverso lo specchio". Libri
ultra immaginifici, meravigliosi, ma dai quali non sono riuscita a cogliere
molto.
Ho citato questi tre libri per fare un
paragone con "Il casello magico" di Norton Juster perché tutti
trattano di un viaggio misterioso con lo sfondo di giochi di parole e metafore
costellato di personaggi fantastici . Ma in questo libro gli insegnamenti
sono chiari ed universali. Infatti non è un caso che sia riconosciuto come un
classico della letteratura per ragazzi. Peccato che si senta poco parlare quest'opera
del 1961 (almeno in Italia, dove l’ho acquistata per soli 2 euro in un negozio polveroso
di libri usati) che nel 2012 è stata inserita tra i 100 migliori titoli dallo
School Library Journal.
Le illustrazioni, assolutamente in bianco e nero, irrequiete,
semplicemente efficaci, sono di Jules Feiffer, fumettista, cartoonist e
vignettista statunitense, vincitore del Pulitzer nel 1986 e meglio noto per le
sue strisce politiche e satiriche, poetiche e psicologiche.
Un tesoro, nel tesoro!
I’m always glad to read books that
have something to teach.
Usually that better happened with
children’s books, that I believe people should read when they grownup, to hose
down the dried up childhood field, to glazed the robotic vision of the reality.
Little time ago I red for the first
time “The Little Prince”. Celebrated pages by the most, but inside them I found
a distort reality with the meanings darkned by sadness.
The past year I red “Alice’s
adventures in Wonderland” and few pages of “Through the Looking-Glass, and What
Alice found There”. Ultra-fantastic books, fabulous, but I did not catch so
much from them.
I spoke about those three books for
comparison with “The Phantom Toolbooth” by Norton Juster, because all of them
are books about a mysterious journey with the background of wordplays and metaphors
spangled by imaginary characters. But in
that book teaching is clear and universal. It’s a fact that this book is acknowledged
as a classic for children’s literature. It’s a shame this book is not so well
known (at least in Italy, where I bought it for 2 euros in a second-hand dusty
shop) when in 2012 it was one of the top 100 chapter books of all time poll by
School Library Journal.
Illustrations, rigorously in black
and white, unsettled and simply effective, are by Jules Feiffer, American cartoonist,
well known as a syndicate cartoonist, that won the Pulitzer in 1986.
A treasure inside the treasure!
Una parola mal scelta è la messaggera dello sciocco.
Parla appropriatamente o taci saggiamente.
Il silenzio è d'oro.
Avrei dovuto senz'altro mangiare troppo poco troppo adagio, o di gran lunga troppo adagio, o troppo poco troppo in fretta, o averci impiegato tutto il giorno per non mangiare nulla, o aver mangiato tutto in men che non si dica, o occasionalmente aver mangiato qualcosa tutti i momenti o forse avrei dovuto...
...essere smarriti non significa mai non sapere dove si è;
significa non sapere dove non si è...
-E come sta?
-Non troppo bene, temo.
Sembra che abbia un po' di rumori di fondo
Avrei dovuto saperlo. L'infinito è un luogo estremamente poco socievole;
non vogliono nemmeno favi incontrare due parallele.
e, come avete potuto constatare,
molte cose sono possibili finché non si sa che sono impossibili.
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